CATTIVO GIORNALISMO

Immigrazione: come costruire un ordigno web carico d’odio. La contraffazione di Affaritaliani.it. Un esempio di cattivo giornalismo.

Annunciamo oggi una nuova collaborazione tra Positive Magazine e il giornalista Stefano Ciancio. Attraverso i suoi articoli pubblicati nel suo blog “Dimensione Mendez” siamo interessati ad approfondire fatti che avvengono in Italia.

immigrazione: come costruire un ordigno web carico d’odio.
1) Prendi un articolo di cronaca riguardante alcuni occupanti abusivi che a Mestre hanno incendiato il terrazzino di una casa popolare.
2) Fai un perfetto copia-incolla del testo.
3) Modifica accuratamente titolo e sottotitolo facendo diventare gli abusivi ‘abusivi stranieri’.
4) Spaccialo per tuo e per vero, aggiungendo che ‘abusivi stranieri incendiano le case popolari ed esultano: Così non le avrà nessun italiano!’
5) pubblicalo, diffondilo e scatena l’odio nei confronti degli stranieri.

Questo caso ‘da manuale’ è accaduto davvero. E chissà quante volte accade nel mare magnum della’informazione’ web. Questa volta, per fortuna, qualcuno se n’è accorto. Che qualcosa non tornasse se n’è accorto per primo un amico di Facebook, Luca Corsato. Nel suo post Luca si indigna per un articolo pubblicato dal sito affaritaliani.it sottolineando che mentre ‘dal titolo pare che degli stranieri abbiano bruciato “degli alloggi” in modo da non “farli avere agli italiani”, nell’articolo si parla di inquilini abusivi che, una volta sgombrati, sono tornati e hanno danneggiato con il fuoco un terrazzino. Nessuna specifica della nazionalità’.

(l'articolo pubblicato da  www.affaritaliani.it)
(l’articolo contraffatto pubblicato da http://www.affaritaliani.it)

Sembrava l’ennesimo caso di titolo avulso dal contenuto dell’articolo.
Incuriosito dalla vicenda ho provato a fare copia-incolla della prima frase dell’articolo, pubblicato senza firma il 26 luglio da affaritaliani.it, e a cercarla tramite Google. In due secondi, con sorpresa, mi sono imbattuto nel testo preciso-preciso/uguale-uguale firmato dalla giornalista de ‘La Nuova Venezia’ Mitia Chiarin e pubblicato sul sito della testata il 16 luglio. Dunque 10 giorni prima di affaritaliani. Da considerarsi dunque, inequivocabilmente, come la fonte-emittente originale della notizia. Inequivocabilmente, dunque, affaritaliani ha copiato di sana pianta (senza citare l’autrice e tantomeno la testata) l’articolo.

Il tutto con una serie di dettagli che non esito a definire agghiaccianti. In primo luogo affaritaliani titola: ‘Mestre/ Case popolari bruciate da abusivi stranieri’ mentre il titolo de La Nuova Venezia è: ‘Abusivi incendiano un terrazzino della casa Ater’. Quindi, non solo si passa da un singolo terrazzino incendiato ad un rogo di proporzioni gigantesche, ma si passa da un generico ‘abusivi’ alla specifica di ‘abusivi stranieri’.

(da www.http://nuovavenezia.gelocal.it)
(l’articolo originale a firma di Mitia Chiarin e pubblicato da La Nuova Venezia)

Il ‘capolavoro’ però affaritaliani lo compie con il sottotitolo: ‘A Mestre abusivi stranieri incendiano le case popolari ed esultano: “Così non le avrà nessun italiano!” Di questa hola incendiaria non c’è traccia nell’articolo di Mitia, che è stato così sottotitolato: ‘L’episodio nella mattinata di giovedì 16 in zona Altobello, sono intervenuti la polizia e i vigili del fuoco. Gli autori erano stati allontanati nei giorni scorsi dall’appartamento. Cresce la paura dei residenti’.

Anche un bambino capirebbe che se Affaritaliani fosse stato davvero in possesso della notizia riguardante le esultanze neroniane di questi ‘abusivi stranieri’ l’avrebbe riportata in modo dettagliato nel testo di cronaca, con tanto di firma. Invece no: affaritaliani copia, incolla e stravolge titolo e sottotitolo dando questo polpettone in pasto ad una platea affamata. Il risultato è eloquente: 7,6 mila condivisioni su Facebook (dato in continuo aggiornamento) e chissà con quali commenti pieni di umanità… Altri seguaci sono in coda: anche il sito imolaoggi.it ha pubblicato la notizia contraffatta da affaritaliani e chissà quale seguito la cosa potrà ancora avere.

Proprio l’altro giorno Mitia Chiarin, che conosco da un tempo sufficiente per considerarla professionista seria nonché estremamente sensibile sui temi sociali, in primo luogo legati all’immigrazione-integrazione, scriveva così, con amaro sarcasmo, sulla sua bacheca Facebook: ‘Cari lettori di quotidiani online che ad ogni notizia pubblicata commentate con frasi del tipo “gasateli” o ” aprite i forni crematori”, sappiate che siete simpatici come una ragade anale…’.

Chiarin annuncia ora di aver segnalato il caso all’Ordine dei giornalisti, testimoniando tutto il ‘fastidio, profondo, che prova il giornalista che si trova il suo materiale manipolato (nel titolo) per sostenere una tesi che è pura fantasia e serve solo ad aumentare l’odio e di conseguenza le cliccate…’.

Ecco: in attesa di non so quali provvedimenti, sanzioni o giudizi da parte dell’Ordine, mi sono fatto una personalissima idea, chiara, di questo caso. Ovvero che siamo di fronte non a giornalisti, non ad operatori dell’informazione, bensì di fronte a costruttori di odio che non si fanno scrupolo di manipolare una notizia per cavalcare tutti i peggiori istinti e tutta la sottocultura, impregnata di intolleranza e razzismo, di questo Paese.

Magari, anzi sicuramente, con l’obiettivo di lucrare in termini di consensi, di cliccate e di guadagni. Più che affaritaliani, affari e basta. Sulla pelle di stranieri, immigrati, profughi, migranti, con un ordigno indegno, congegnato per esplodere sul web, che va denunciato con una sola parola: criminale.

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