CRONACA ARTISSIMA

Per la prima volta a Torino, Christian Boltanski (classe 1944) ha ideato per la città un progetto site-specific inedito pensato in relazione alla sua storia sociale e culturale. La Fondazione Merz presenta Christian Boltanski: Dopo, a cura di Claudia Gioia. Dopo si sviluppa nell’intero spazio della Fondazione ed è concepita come un’istallazione totale.

La cronaca da Artissima dalla nostra inviata Eleonora Milner

L’artista, uno dei principali artisti francesi contemporanei, lascia la pittura alla fine degli anni ’60 per dedicarsi specificatamente all’installazione artistica sperimentando diversi linguaggi artistici, come il video e la fotografia. Il suo percorso di ricerca è tutto rivolto verso la memoria personale e collettiva, il tempo soggettivo e il tempo universale. Per la Fondazione Boltanski assembla fotografie, video ( Clapping Hands), scatole di cartone ricoperte di cellophane poste per terra a formare archivi scomposti e lampadine che da lontano tracciano la parola DOPO nel buio. Questi “oggetti – reliquie”, depositari di memorie e di intense associazioni emotive, frammenti di una qualche storia a noi sconosciuta e non decifrabile chiaramente, richiamano ai frammenti di un DOPO, contrapposto ma intriso nel Presente. E’ il passato, un passato personale o un Passato Universale di tutta l’umanità. A questi oggetti aggiunge ombre che si allungano sulle pareti, precarie e fuggenti in cui i visitatori si scontrano, incontrano, raccontano, “Fausse au niveau de la perception, vraie au niveau du temps” (Roland Barthes, La chambre claire).

Christian Boltanski, Ombres
Christian Boltanski, Ombres

Al PAV invece, è presente EARTHRISE, Visioni pre- ecologiche nell’arte italiana (1967-73) a cura di Marco Scotini. Lo spazio ospita le opere di 9999, Gianfranco Baruchello, Ugo La Pietra, Piero Gilardi, artisti che coniugano la dimensione ecologica come pratica attiva nei rapporti umani, a tutti i livelli del sociale.

La mostra intende aggiungere un nuovo capitolo alla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, politiche ed ecologiche, presentando un insieme di ricerche pionieristiche condotte in Italia negli anni cruciali attorno al ‘68. Il titolo dell’esposizione prende il nome da “Earthrise”, una fotografia di William Anders, dove la Terra, isolata nello spazio cosmico, appare per la prima volta vista dalla Luna. È la Terra a divenire l’oggetto di una nuova consapevolezza antropologica e responsabilità sociale: quella della limitatezza e finitudine del pianeta.

L’ultima sfida possibile, sembrano dirci gli artisti in mostra, è quella che alcuni cominciano a chiamare “ecologica”. All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra Earthrise le Attività Educative e Formative propongono Immersioni Urbane. L’attività propone una riflessione sulla città a partire dal lavoro di Piero Gilardi e Ugo La Pietra che, nel corso delle loro ricerche, hanno indagato e attivato esperienze artistiche partecipative volte a una riappropriazione dell’identità collettiva e degli spazi pubblici. Abitare uno spazio significa restituire centralità al bene comune in senso territoriale, culturale ed ecologico attuando azioni concrete che siano frutto dell’immaginario soggettivo e contestuale.

Parco Arte Vivente
Parco Arte Vivente

Alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli (da anni impegnata nel progetto di ricerca sul tema del collezionismo) si può visitare ED RUSCHA MIXMASTER, una collezione ideale costituita da oggetti scelti dalle collezioni pubbliche torinesi e posti in relazione all’opera di Ed Ruscha, (Omaha, Nebraska nel 1937). La mostra, a cura di Paolo Colombo, presenta infatti ciò che nelle collezioni torinesi ha maggiormente interessato e ispirato Ed Ruscha, insieme a una serie di opere provenienti in prevalenza dalla sua collezione personale. Accanto a disegni, fotografie e quadri spesso inediti, conservati a testimonianza del suo lavoro, si trovano oggetti talvolta mai esposti nei musei torinesi, frutto della ricerca dell’artista nelle collezioni locali: una selezione di artefatti associati alle aree di interesse dell’opera di Ruscha, in stretta relazione con la sua ricerca artistica. Ciascun elemento proveniente dalle raccolte torinesi funge da contraltare storico all’opera dell’artista e al contempo le opere di Ed Ruscha diventano termine di paragone e metafora contemporanea degli oggetti selezionati.

Mixmaster_ed ruscha copy

Christian Boltanski. Dopo Fondazione Merz (3/11/2015 – 31/01/2016)

EARTHRISE, Visioni pre-ecologiche nell’arte italiana PAV
7/11- 21/02/2016

ED RUSCHA MIXMASTER

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli 7 novembre 2015 – 8 marzo 2016

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