Dunque Matteo Renzi cade. E cade rovinosamente, sotto il peso di un 60% e di oltre 19 milioni di italiani che, con il loro NO, hanno intonato il de profundis alla sua riforma costituzionale. Un risultato che non lascia spazio ad alcun alibi se non al livore dei suoi instancabili pasdaran che, come giapponesi nella jungla, ora cercano miseramente di rispedire la palla della responsabilità del governo alla ‘accozzaglia’. Senza accorgersi che la guerra è finita e che già un secondo dopo la chiusura dei seggi l’accozzaglia si è sciolta, come era logico che fosse.