Il Festival di #Internazionale in 4 punti.

Foto e testi di Giacomo Cosua, da Ferrara.

Ecco il nostro racconto della prima giornata, di uno dei festival più interessanti sul tema dell’informazione globale in Italia e in Europa.

1) – Il premio “Anna Politkovskaja”

Internazionale quest’anno ha deciso di premiare la giornalista e attivista siriana Maisa Saleh per il suo impegno nel documentare la Siria. La giornalista, che prima lavorava come infermiera, ha messo la propria vita in pericolo (e quella della sorella, tutt’ora segregata dal regime siriano) per raccontare l’evolversi della rivoluzione contro la dittatura. Una rivoluzione però avvolta nella morsa che vede contrapporsi il governo siriano da una parte e i terroristi islamici dell’Isis dall’altra.

DSC_4395 Maisa Saleh.

DSC_4365 Francesca Caferri di Repubblica intervista Maisa Saleh.

2) La Droga & Wall Street

“Una volta ero in un ristorante di Cancun. Mi si avvicina il cameriere e mi porge una bottiglia di champagne offerta da un tavolo non distante dal mio. Ho rifiutato, ma il cameriere impaurito mi ha pregato di accettare. Era il dono di uno dei leader di un cartello della droga messicana. Mi conosceva come giornalista, occupandomi del narcotraffico. Quando sono andata in bagno lui mi ha fermata e mi ha detto: “apprezzo il tuo lavoro, sono contento inoltre che ti sei occupata dei pedofili che ci sono nel governo. Se mi dici chi dobbiamo ammazzare, sarò felice di fare un po’ di piazza pulita: un senatore o un governatore, basta che mi fai un nome. Io rifiutai, non volevo essere complice di nessun omicidio. Dopo essere tornata dal bagno, il boss mi disse: se lei non vuole dirmi di farlo lo capisco, quando tornerà al suo tavolo, può far cadere un fazzoletto, quello per me sarà il segnale. Tornata al tavolo ho detto a tutti: il primo che farà cadere un fazzoletto a terra verrà ucciso all’istante. Passati diversi mesi, in un altro ristorante, poco prima che venne arrestato, mi ritrovai di nuovo il narcotrafficante. “Il tuo libro mi è piaciuto molto, brava”. Questo uno dei tanti episodi raccontati a Ferrara dalla giornalista messicana Lydia Cacho, che rischia la vita ogni giorno.

DSC_4471 Lydia Cacho

DSC_4523 David Rieff, giornalista e scrittore intervenuto sul tema dei cartelli della droga e il narcotraffico collegato al sistema del riciclaggio del denaro.

3) Hong Kong e la rivolta

In diretta Skype da Hong Kong, Nicholas Bequelin di Human Rights Watch ha raccontato: “Un gruppo di sconosciuti ha attaccato gli studenti di occupy central, la polizia però invece di difenderli, ha intimato agli occupanti di interrompere la protesta senza muovere un dito in loro difesa. In questo modo i negoziati tra il governo di Pechino e i manifestanti si fanno solamente più aspri”. Ad Hong Kong, la protesta sale: la richiesta è quella di mantenere la parola data dopo il passaggio di Hong Kong alla Cina, ovvero quella di poter scegliere i propri rappresentanti politici. Pechino è d’accordo sull’elezione, ma solo da parte di candidati proposti dal governo centrale. La situazione è ancora incandescente.

DSC_4536 Junko Terao di Internazionale

4) Matteo Renzi e le Uova.

Forte contestazione a Ferrara all’arrivo del Premier Matteo Renzi. I “grillini” tra cartelli, fischi, fischietti hanno tirato fuori dal cesto un paio di uova prima che i carabinieri riuscissero a “spostare” i manifestanti. Risultato? Il giornalista del Financial Times Ferdinando Giugliano si è sporcato il calzino, mentre Renzi tra battute sulle possibili frittate, è rimasto incolume. M5S in piazza come in parlamento: deve aggiustare la mira.

DSC_4581 Tra il pubblico anche il ministro della cultura Dario Franceschini, ferrarese (per lui niente uova).

DSC_4619 Uno degli ovetti per il premier Renzi.

DSC_4878 “Dovevate colpire qua”. Non lo ha detto, ma magari ci ha pensato.

DSCF5023
Uno dei momenti della protesta vicino al palco.

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