Interview with… Alice Rosati

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Photos by Alice Rosati
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Alice Rosati: born in 1985 , artist and self taught photographer. At age of four Alice Rosati received her first camera, a cute little Ninja Turtles exemplar, but it wasn’t until 2008 when she made a living out of photography. She began her introduction to visual culture in her father’s advertising agency and graduated from college with a degree in Art history, exibiting her own photographic art works in various galleries and museums .
Her career did certainly took a roaring kick start as we’ve seen her work being featured in Elle France, Jalouse, Dealer De Luxe, Elle Germany, Iodonna, Velvet and Kinky amongst others.

Se dovessi raccontare qualcosa di te, da dove partiresti?
Semplicemente …con un “ciao mi chiamo Alice, sono fotografa e adoro il mio lavoro !”

Come sei arrivata alla fotografia, è stato un percorso diretto oppure è stata una decisione arrivata dopo delle sperimentazioni?
Ho sempre fotografato, sin dalla tenera età di 4 anni, ma le mie erano più foto artistiche e concettuali diciamo… alla fotografia di moda ,come professione , sono approdata un po per caso, quando dopo l università abitavo ad Atene . Yorgos Galazidis, un amico del mio fidanzato del tempo , proprietario di un bellissimo studio fotografico proprio sotto l acropoli, si è offerto di lasciarmelo usare per i miei progetti personali. Da li ho iniziato a sperimentare varie tecniche di illuminazione e mi sono costruita un primo portfolio (molto acerbo) di moda con cui mi sono presentata alle redazioni di testate greche ed ho iniziato a lavorare per Grazia e Madame Figaro. Da li mi sono ritrasferita a milano, dove ho incontrato la mia prima agenzia di rappresentanza ATOMO MANAGEMENT, a cui poi ne ho unita una in Spagna ( MOTIF) e una in Germania ( KATHRIN-HOHBERG).

Gran parte dei tuoi lavori sono fotografie di moda, oggi come si può descrivere questa categoria di immagini?
C è chi risponderà con “commerciale” a questa domanda, io preferirei dire che le foto di moda appartengono alla categoria dei sogni. Quando guardate una foto di Avedon, sicuramente vedrete al di là del vestito che indossa la modella. Queste foto raccontano storie di donne e uomini eleganti, sempre perfetti e irreali nella loro bellezza , e cercano sempre di suscitare un emozione .. che sia ispirazione o invidia ha poca importanza.

Pensi che la fotografia digitale sia stata una falsa rivoluzione, come dice Claudio Marra, oppure ha reso da un lato la fotografia un mezzo che si è avvicinato a molta più gente rendendola un’arte popolare?
Tenendo presente che Marra nel suo saggio fa un discorso molto complesso con un analisi etica, estetica e semiotica del mezzo fotografico, che sicuramente richiederebbe ben più delle poche righe che utilizzerò per rispondere a questa domanda…potrei sottoscrivere entrambe le affermazioni: poiché se è vero che l avvento del digitale ha cambiato il modo di fotografare, l atto fotografico è pur sempre un idea espressiva e non un mero atto tecnico, da qui si evince che la rivoluzione in se non è del tutto veritiera, però sicuramente ha anche permesso a molti di avvicinarsi al mondo della fotografia, senza sostenere i costi elevati di pellicole e sviluppi, e con un immediatezza di risultato che sicuramente incentiva il profano a proseguire nella sua ricerca.
Facendo un discorso un po più terra terra, bisogna considerare però che oggi giorno non ci si può più permettere il lusso di scattare lavori commerciali in pellicola, causa budget sempre più ridotti e tempistiche assurde di lavoro (ovvero scatti oggi un lookbook di 50 immagini con deadline di consegna delle foto ritoccate per l indomani) Personalmente mi riservo di usare la pellicola per tutti quei progetti editoriali o personali di ricerca più creativi e che permettono tempistiche di lavoro più umane.

Quali sono gli elementi che contraddistinguono le tue foto e le rendono diverse dalle altre?
Nelle mie foto, che si tratti di moda o di ricerca personale, cerco sempre di raccontare una storia e credo che le mie siano sempre foto molto cinematografiche. Non amo molto le situazioni posate, preferisco l azione e il movimento che riescono ad animare quello che comunque è un fermo immagine. Per quanto riguarda la moda cerco di curare al meglio la preparazione di un servizio (dal idea creativa, alla scelta della location, allo storyboard ) e di affidarmi a validi collaboratori per trucco, styling e ritocco perché la moda è un lavoro di squadra e serve a ben poco sapere fare una bella foto se uno degli altri elementi non è perfetto.

In un ritratto, quali sono gli elementi importanti per te?
Il ritratto stabilisce una relazione molto personale con il soggetto con lo scopo di portare alla luce la sua vera natura , racchiudendola in uno scatto. La chiave del ritratto secondo me è nello sguardo, che sia diretto in macchina o no, dice molto del soggetto. Per i ritratti preferisco lavorare in pellicola, generalmente in bianco e nero, e con un formato quadrato (uso quasi sempre una mamyia biottica a pozzetto), il set ha poca importanza e prediligo sempre una situazione abbastanza neutra. Anche se attualmente mi sto concentrando su un progetto di ritratti qui a Madrid dove vivo, dal titolo ” ARTS ET METIERS” che immortala commessi di negozi sul loro posto di lavoro dove lo sfondo non è più neutrale ma parte integrante che completa e arricchisce il soggetto ripreso.

E quale rapporto instauri con il soggetto che devi fotografare?
Questo dipende molto dal tipo di shooting…
per la moda : credo che il fotografo stabilisca sempre una sorta di relazione sessuale con il modello ritratto, uno shooting è qualcosa di molto intimo che irrompe in una realtà privata e nascosta per farne venire alla luce un emozione capace di catturare lo spettatore. Scatto soprattutto donne e penso che si trovino più a loro agio con una fotografa del loro stesso sesso perché viene bypassata la pressione provocata dalla tipica relazione di caccia uomo-donna. Il tipo di erotismo che si stabilisce è molto più sottile quindi la modella è più libera di esprimere il suo lato sensuale. Il mio prototipo di donna è sexy, sicura di se, viziata , volubile, consapevole della sua bellezza e del suo effetto sul mondo, come un ANOUK AIMEE ne LA DOLCEVITA, o una MARYLIN MONROE in DIAMONDS ARE A GIRL’S BEST FRIENDS…

Si può essere fotografi anche da autodidatta?
Credo di essere un buon esempio !

Cosa vuol dire “moda” oggi?
Domanda da 1000000 dollari…credo che risponderò su cosa penso sia la moda per me, la vera moda è lusso, è un vestito di taglio sartoriale fatto su misura, un pigiama di seta, prescinde dai marchi e dalle mode, un bel vestito è bello oggi come lo sarà tra cent’anni…

E cosa vuol dire secondo te fare fotografia di moda in Italia?
Fare fotografia di moda, è sempre vendere un sogno, un illusione, un modo di essere, dire in Italia non ha più molto senso, almeno non per me (e per un sacco di fotografi italiani emigrati in tutta europa e oltreoceano) dato che cerco di lavorare il più possibile al di fuori dei confini italiani, in modo da potermi confrontare con più mercati e più culture. L ambiente italiano è molto chiuso e tende a riconoscere i suoi talenti solo una volta “persi”, questo comunque vale per tutti i campi e non solo per il mondo della moda.

Progetti futuri in cantiere?
Nell’immediato una collaborazione con SOUP MAGAZINE, un nuovo coffee-table magazine molto interessante , e tra un paio di mesi il trasferimento a Parigi, la ville lumiere…. quale città migliore per chi si prefigge di scrivere con la luce ?

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