GIANNI BERENGO GARDIN, VENEZIA E LE GRANDI NAVI

Ottobre è il mese in cui finalmente potremo vedere le fotografie sulle Grandi Navi a Venezia. Dopo l’inaugurazione di ieri della mostra dei fotoreporter veneziani, ci sarà anche permesso di vedere la mostra del fotografo Gianni Berengo Gardin, le cui foto saranno ospitate al Negozio Olivetti gestito dal FAI, proprio in quella Piazza San Marco da cui era stata bandita.

La mostra GIANNI BERENGO GARDIN, VENEZIA E LE GRANDI NAVI (22 ottobre/6 gennaio 2016), organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, presenta 30 fotografie realizzate dal grande fotografo italiano tra il 2013 e il 2014. Protagoniste in assoluto dei ritratti le Grandi Navi da crociera che entrano ogni giorno in città attraversando il Bacino di San Marco fino alla Marittima.

Il FAI annuncia di essere “lieto di ospitare a Venezia questa mostra, come già aveva fatto a Milano, per via dell’indubbio valore artistico delle fotografie, opera di uno dei più grandi fotografi italiani, ma anche perché esse costituiscono una testimonianza incontrovertibile dell’attualità veneziana, per molti aspetti problematica, che sta a cuore alla Fondazione come agli Italiani e al mondo intero, che guarda con sempre maggiore preoccupazione allo stato di salute di Venezia (si vedano i ripetuti appelli lanciati di recente dall’Unesco). “

gianni berengo gardin
Grande nave in uscita dal canale della Giudecca nel Bacino di San Marco, tra l’Isola di San Giorgio e la Punta della Dogana. Venezia, aprile 2013 Courtesy Berengo Gardin / Forma

La mostra, già ospitata dal FAI a Villa Necchi a Milano nel 2014 e già curata da Alessandra Mauro (Fondazione Forma), ripropone alcuni dei celebri scatti esposti in quella sede con l’aggiunta nel catalogo di alcune fotografie meno recenti, comunque dedicate a Venezia, che appartengono al repertorio del Maestro, legato a questa città da una lunga e affettuosa frequentazione, che risale all’infanzia e che ha ispirato alcuni suoi importanti lavori. “Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas mi turbava profondamente”.

Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure, classe 1930. Trasferitosi a Milano si dedicò principalmente alla fotografia di reportage, all’indagine sociale e alla documentazione di architettura. Nel 1979 iniziò la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documentò le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Nel 1995 vinse il Leica Oskar Barnack Award. Contrasto ha pubblicato di recente Il libro dei libri (2014) che raccoglie tutti i volumi realizzati dal fotografo (oltre 250) e Manicomi (2015).

Con le fotografie delle Grandi Navi Berengo porta alla luce con occhio sensibile e critico i contrasti della realtà, rappresentati senza filtri o attenuazioni ma riportati nella loro cruda essenza. Realtà che, concordiamo con il FAI, è la manifestazione più evidente di un problema ben più ampio che interessa Venezia, vittima di un flusso turistico crescente, insostenibile e ingovernato.

La mostra al Negozio Olivetti rappresenta l’occasione per il FAI di accendere un dibattito sul tema dell’eccesso di turismo, che potenzialmente interessa altre città d’arte italiane come Firenze o Roma o monumenti come il Colosseo o Pompei, e di suscitare contributi autorevoli, italiani e stranieri, che possano mettere in campo idee e modelli di gestione e sviluppo sostenibili, alternativi e virtuosi, per il bene di Venezia.

Berengo Gardin
Una grande nave, vista da via Garibaldi, mentre passa davanti alla Riva dei Sette Martiri, dopo aver lasciato il bacino di San Marco. Venezia, aprile 2013 Courtesy Berengo Gardin / Forma

Proprio su questi argomenti verrà tenuto il dibattito Città tra Diritto e Memoria con l’egregio archeologo e storico d’arte italiano Salvatore Settis e il filologo e docente Filippomaria Pontani il 9 ottobre a Palazzo Mora, a Venezia. Dopotutto Settis è autore di un libricino edito da Einaudi (2014) intitolato Se Venezia Muore che cito: ” Se mai Venezia dovesse morire non sarà per la crudeltà di un nemico né per l’irruzione di un conquistatore. Sarà soprattutto per oblio di se stessa. Oblio di sé, per una comunità del nostro tempo, non vuol dire solo dimenticanza della propria storia né morbida assuefazione alla bellezza, che dandola per scontata la viva come esangue ornamento cercandovi consolazione. Vuol dire soprattutto la mancata consapevolezza di qualcosa che è sempre più necessario: il ruolo specifico di ogni città rispetto alle altre, la sua unicità e diversità, virtù che nessuna città al mondo possiede quanto Venezia. (…) Se appena ci guardiamo intorno, nei nostri paesaggi, nelle nostre città, abbandonarsi alla bellezza non basta (non è bastato mai), non basta chiedere a essa una miracolosa salvazione in automatico, assolvendo noi stessi da ogni responsabilità. Al contrario, la bellezza va coltivata dai vivi ogni giorno se vogliamo che qualcosa ne resti, per noi stessi e dopo la nostra morte. La bellezza non salverà nulla e nessuno, se noi non sapremo salvare la bellezza. E con la bellezza, la cultura, la storia, la memoria, l’economia. Insomma, la vita.”

Gianni Berengo Gardin Venezia e le grandi navi

Negozio Olivetti, Venezia
Orari:
Ottobre, da martedì a domenica: 11.00-18.30;
da novembre: 11.00-16.30

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