MATTEO, SILVIO & GIORGIA: IL TRIANGOLO NO.

Il triangolo, no! Non lo avevo considerato… D’accordo, ci proverò… La geometria, non è un reato… Garantisci per lui? Per questo amore un po’ articolato? Come non iniziare così la cronaca della giornata bolognese di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni?

Di Giacomo Cosua.
Fotografie di Diego Stellino, Andrea Spinelli e Raji Colzani

 

screenshot-twitter-com-2015-04-27-12-01-52Nel 2012 Salvini da Facebook evidenziava come “nessun leghista è disposto ancora a puntare un’alleanza con Silvio Berlusconi”, ma ecco che nel 2015 Matteo S. si dimentica dei propri impegni e ricicla per puro spirito opportunistico l’ex premier condannato in via definitiva. Berlusconi che una piazza con decine di migliaia di persone era da tempo che non la vedeva, non si è lasciato scappare l’occasione ed essendo un animale da palco è salito per raccontare le solite balle, sparando numeri a caso (sondaggi che non si sa bene da dove siano venuti fuori), raccontando che Forza Italia è oltre al 20% dei voti e altre cosucce del genere. Proprio lui che in passato non ha mai rinnegato certe simpatie per il Duce è riuscito a dire che Grillo (l’avversario che forse Berlusconi teme di più, avendogli rubato il secondo posto in parlamento) è come Hitler. Salvini a sentirlo parlare si sarà strappato i capelli, perché poco dopo ha provato a gettare acqua sul fuoco e dal palco ha spiegato che se le proposte dei 5 stelle sono valide ed interessanti, si può trovare con loro una qualche sinergia in parlamento. Un’alleanza che nasce già sulle incomprensioni. Come si direbbe la Sora Lella a Roma, annamo bene.

Lega@Bologna0312
Silvio Berlusconi. Foto: Diego Stellino

Insomma una alleanza che ritorna, perché si sa che a volte la minestra riscaldata a qualcuno piace, forse un po’ meno ad Angelino Alfano, al quale Salvini ha regalato insulti dei tipo imbecille, giusto per sottolineare che la Lega il Ministro dell’Interno proprio non lo può sopportare. Ma la base leghista, accorsa a Bologna ad ascoltare il leader storce il naso anche a Berlusconi. l’ex cavaliere infatti provando a tirar fuori uno dei suoi classici repertori con domande retoriche rivolte al pubblico con una sola possibilità di risposta, invece che gli applausi si è beccato solo una bordata di fischi, tanto che Matteo Salvini si è dovuto avvicinare a Silvio per tenere a bada i suoi “vikinghi”. 12231408_10208323496910980_1943185950_nSilvio finisce il suo discorso, sventolando un programmino di una pagina (tra l’altro tutta stropicciata e mezza rosicata) che consegna a Salvini, che prende come se fosse una busta d’antrace e la ficca sotto il suo immancabile ipad. Un programma quello di Berlusconi che viene dal suo centro studi dove sono stati fatti secondo il proprietario della Finivest attraverso gruppi-focus con gli elettori che nelle passate elezioni non si sono recati alle urne: ben 26 milioni: numeri che ovviamente fanno gola a tutti. Berlusconi torna alla carica contro le tasse sulla casa (e tutti si sono guardati dicendo, ma lo sa che Renzi lo ha già fatto?) e i famosi giudici di sinistra (ci era quasi mancato), mentre ha lasciato a Salvini l’onore di agitare lo spauracchio della sicurezza, delle invettive all’adozione alle coppie omosessuali e ovviamente contro gli immigrati, sempre attuale e argomento che tra gli sventolatori del giglio verde sempre attualissimo. Non ha neppure dimenticato di dire: “Se venite a casa nostra si mangia pane e salame”, se non vi piace, fuori dalle balle. Per Forza Italia questa alleanza è tutta in salita mentre il partito continua a perdere pezzi e anche immobili, visto che oramai i bei tempi andati del 94 sono solo un ricordo sfucato per Silvio, che ancora è la che pensa ai suoi nonnini della casa di riposo dove ha svolto i servizi sociali. Di programmi intanto non si parla, ma ovviamente per la folla gli slogan vanno benissimo.

Foto: Andrea Spinelli
Foto: Andrea Spinelli
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Foto: Andrea Spinelli

Bologna però non è rimasta a guardare e ovviamente i centri sociali (che stanno proprio simpatici a Salvini, che ha già annunciato di radere al suolo con la sua famosa ruspetta) hanno cercato di avvicinarsi a Piazza Maggiore, con l’inevitabile risultato di farsi legnare di santa ragione dalla Polizia e i Carabinieri, che alla fine riporteranno qualche contuso e un agente ferito da una bomba carta. Che qualcosa sarebbe successo già lo si capiva dall’aria che si respirava in città già il giorno prima. Ad essere colpita è stata subito la stazione centrale di Bologna, con i cavi delle trasmissioni della linea Milano-Venezia manomessi con l’inevitabile disagio per tutti i viaggiatori. I cortei in città erano diversi e tutti ovviamente convergevano verso il centro di Bologna, trasformato però in “zona rossa”, giusto per sottolineare come l’idea di avvicinarsi ai leghisti era proprio fuori discussione. Uno dei punti dove si sono registrati più scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine è stato il ponte di Via Stalingrado. Anche se diversi giornali hanno riportato che il ponte è stato “occupato”, i nostri fotografi hanno invece sottolineato come non c’è stato nessun tipo di occupazione, ma appunto solo le classiche cariche contro i manifestanti che provavano ad avvicinarsi a Silvio e camerati (possiamo chiamarli così, visto che tra i presenti c’era anche Casa Pound).

Lega@Bologna0390
Foto: Diego Stellino

Altri scontri si sono registrati altrove verso Porta Mascarella, con almeno 3 cariche contro i manifestanti e sono volate bottiglie con conseguenti manganellate. I centri sociali Crash, Cua, Xm24 e Social Log, come riporta l’Huffington Post, hanno dichiarato di essere in 2000. Alla fine la giornata leghista si è conclusa guardando tutti allegramente dal maxischermo l’impresa mancata di Valentino Rossi a Valencia, forse l’unica cosa che ieri ha messo davvero d’accordo i leghisti, i fascisti di Casa Pound, i fratelli d’Italia della Meloni e i Forzisti. Tra i big (big nel senso di stipendio) presenti non sono mancati Luca Zaia, Daniela Santanché, Brunetta, Giovanni Toti, giusto per citarne alcuni. Salvini ad ogni modo ha rimarcato il famoso insulto contro le “zecche”, dicendo che di certo a loro non deve chiedere il permesso per manifestare e su questo i manifestanti ci hanno costruito uno slogan e riempito già da Sabato il centro e quartieri storici come il Pratello con bandiere rosse con al centro la famosa zecca. Un tocco di classe. (operaia).

Qua trovate il racconto fotografico della giornata con le foto dei nostri inviati Diego Stellino e Raji Colzani

GLI SCONTRI

CARTELLI & STRISCIONI DELLA MANIFESTAZIONE

IL POPOLO LEGHISTA

I CONTROMANIFESANTI

LE FORZE DELL’ORDINE

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