Il 9 maggio, alla rotonda Diaz sul lungomare di Chiaia, si è tenuto un concerto, totalmente gratuito, che ha riunito più di 20 mila persone, sopratutto di Napoli ma c’erano anche persone da fuori, con un’età che andava dai 16 ai 30-40 anni. Insomma un po’ tutti. Ma di chi era il concerto? Effettivamente, non potrei dire di sapere davvero di chi è stato quel concerto. Una cosa che so è che a far arrivare quella folla sulla strada è stato il nuovo fenomeno della musica italiana: Liberato.
Ma chi è Liberato? Napoletano, si presuppone, perchè cantare in un dialetto non proprio sarebbe difficile. La sua musica ha saputo dare nuova vita al neomelodico napoletano, rendendolo moderno e popolare. Tutti cantano le sue canzoni, anche se non sanno come si pronunciano davvero alcune parole o il significato di alcuni modi di dire tipici del dialetto napoletano (per esempio Tengo ‘o core ca’ nun può purtà pacienz’, ovvero ho il cuore che non può portare più pazienza – che poesia). Insomma, nessuno – o quasi – sa chi è, l’unica cosa certa è che Francesco Lettieri, regista dei video musicali dell’artista, ha creato delle piccole meraviglie a livello fotografico e di storia, che unite alla musica, sono diventate quasi una serie tv da attendere con ansia.
Ma parliamo del concerto. Annunciato sui social dopo l’uscita di due pezzi nuovi uno dopo l’altro, il concerto si è tenuto il 9 maggio – chiaro riferimento al primo pezzo uscito dell’artista – completamente gratuito e supportato da un duo, anch’esso napoletano, i Nu Guinea. In più di ventimila si sono riuniti nell’attesa dell’arrivo di Liberato, con un hype che ha toccato livelli cosmici, sperando in qualche inedito, qualche pezzo nuovo. Dopo quaranta minuti di telefoni alzati, cori da stadio e tutti i suoi pezzi, il concerto è finito e la gente se n’è tornata in centro storico. Niente di speciale. È arrivato come una star in incognito, con un gommone dal mare di Napoli, e se n’è andato nella stessa maniera, con un campanello di persone che cercavano di immortalare il vero volto del cantante.
Nonostante la delusione del concerto, la cosa incredibile di quello che è successo a Napoli è stato proprio riuscire a riunire persone in un mercoledì sera normalissimo, attirando persone anche da fuori, che avrebbero fatto di tutto per vederlo live, senza sapere chi stavano ascoltando. Magari era in playback, magari è Gigi D’Alessio, o magari è Albano (video Le Coliche). Non importa chi c’è dietro alla felpa nera, quello che è Liberato è un grande progetto con l’intento di diventare virale, diventare pop, e soprattutto, di far vedere che Napoli non è solo fatta di musica neomelodica, ma anche di tanto altro.
Non importa chi c’è dietro alla figura di Liberato, la gente ha già amato gruppi come i Daft Punk, i Gorillaz, che non hanno mai mostrato la faccia, eppure sono apprezzati comunque. L’importante è e sarà sempre la musica che farà Liberato, e se riuscirà a coltivare l’affetto dei fans e la musica che finora ha prodotto.
Il fenomeno Liberato: tra musica e anonimato
Il 9 maggio, alla rotonda Diaz sul lungomare di Chiaia, si è tenuto un concerto, totalmente gratuito, che ha riunito più di 20 mila persone, sopratutto di Napoli ma c’erano anche persone da fuori, con un’età che andava dai 16 ai 30-40 anni. A far arrivare quella folla sulla strada è stato il nuovo fenomeno della musica italiana: Liberato.