OVER MY EYES, sguardi diversi dall’Iraq

[dropcap]C[/dropcap]aldamente suggerita per gli amici che si troveranno a Praga è l’esibizione OVER MY EYES al DOX Centre of Contemporary Art. Il 7 Settembre la mostra curata da DARST e DOX, aprirà i battenti.
Al suo interno troverete i lavori di Aram Karim, Rawsht Twana, Ali Arkadi, Hawre Khalid, Twana Abdullah, Sevian M. Salim, Bnar Sardar, Sebastian Meyer and Dario Bosio.


OVER MY EYES si prefissa l’obiettivo di fornire una prospettiva diversa, del tutto nuova, su un paese ormai tristemente connesso al solo immaginario bellico. Non guerra e violenza, ma l’Iraq visto attraverso gli occhi di una generazione che ha deciso di decantare bellezze spesso dimenticate e la vita di tutti i giorni, quella che agli occhi dei lontani sembra essere impossibile.
Ciò non significa che non ci saranno riferimenti al contemporaneo scolpito dal conflitti, bensì è garantito l’accesso ad una conoscenza diversa, umana, fatta di persone, storie e terra, quella che nonostante alle bombe continua a vivere.

[quote_box name=””]In an increasingly globalized world there is much that still remains invisible to others. Via the Internet we have more data available than ever before, but we do not always know all that much more beyond what is happening right around us. “Over My Eyes” allows us, in significant ways, to begin to correct that.

(Dalle prime pagine del libro, Fred Ritchin) [/quote_box]

Rawsht Twana, fotografo dall’esperienza più che decennale, ha lavorato nel ritrarre la routine, quella però spesso scandita ed illuminata dalla difficoltà.
Twana Abdullah invece ha ritratto, con estrema delicatezza, i volti di chi seppur segnato dalle asperità non ha smesso di tenere stretta la propria forza vitale.
Sebastian Meyer, estraneo solo in apparenza, ha fornito un affresco fotografico a 360 gradi di un paese appiattito ad un unico immaginario, mostrandone nuances e sfaccettature diversissime.
Bnar Sardar, una delle poche fotografe donna curde, è membro di Metrography, unica agenzia fotografica indipendente irachena: attraverso la sua lente ha saputo mostrare varietà e diversità, anche di culto.

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