Il Ghetto Ebraico di Venezia è una discarica.

Giusto l’anno scorso a Venezia si sono svolte in grande stile le celebrazioni per commemorare i 500 anni del Ghetto ebraico di Venezia. Ma finte le feste, gli incontri, gli spettacoli, cosa è rimasto davvero?
[dropcap type=”1″]E[/dropcap]ra il 29 marzo 1516 quando il Senato della Serenissima, decretava lo spostamento dei giudei dalla Giudecca, come era stato scelto in precedenza, ma in un’area sorvegliata e recintata in città. Venne scelta l’area denominata Geto.

Foto da Flickr in CC

Gli ebrei Aschenaziti di origine tedesca la pronunciavano “Ghèto”, intendendola come getto, ovvero la gettata di metallo fuso dove venivano smaltiti i resti delle lavorazioni di una fonderia di rame.
Oggi però, il Ghetto Ebraico di Venezia, il più antico d’Europa sembra sempre di più una discarica.

Foto da Flickr in CC

Arrivando dalla Fondamenta Cannaregio si può entrare al Ghetto Ebraico di Venezia passando attraverso un sotoportego, una delle varie entrate che porta ancora i cardini delle porte che servivano a chiudere il Ghetto.

Quel sotoportego è oramai utilizzato come discarica a cielo aperto dal ristorante che offre cucina ebraica “Gam-Gam”. Quasi quotidianamente sono infatti lasciati la decine di sacchi dell’immondizia in attesa che vengano raccolti dagli spazzini. In questo modo, giorno dopo giorno, il passaggio verso il Ghetto ha assorbito gli odori nefasti dell’immondizia, diventando di certo non un edificante biglietto d’ingresso per una delle zone più belle e antiche della città. Il ristorante Gam-Gam, che già le cronache ne hanno narrato le gesta, con diverse chiusure per evasione fiscale totale, senza contare come racconta il Gazzettino, la scomunica avvenuta nel 2015 da parte del Rabbino al Ristorante perché non segue i dettami del cibo kòsher.

Ma poco più avanti, sempre frequentatissima dai visitatori stranieri, c’è una pizzeria al taglio. Che oltre a produrre pizze, produce anche una quantità di immondizie che vengono poi abbandonate un po’ ovunque in tutta la zona del Ghetto. Ogni tanto qua e la appare qualche cartello degli abitanti che non sopportano più la situazione, ma ogni giorno è sempre peggio. Anche dentro alla Pizzeria al taglio a volte si possono notare i cestini interni pieni fino all’inverosimile, con i cartoni della pizza anche buttati dentro il locale a terra, in barba a tutte le normative.


Ma la legalità sembra davvero non esistere. Proseguendo per Calle del Ghetto Vecchio, di fronte al Panificio Volpe, che da decenni lavora sempre rispettando le regole e il vicinato, c’è una galleria d’arte, sempre di proprietà ebraica che all’occorrenza, abbassa le tende e si trasforma, in modo totalmente abusivo in una “succursale” del ristorante “Gam Gam”. Se fosse tutto alla luce del sole, perché abbassare le tende? Ma cosa succede dentro alla galleria, lo sanno un po’ tutti, è davvero il famoso segreto di Pulcinella.

I rifiuti ad ogni modo appaiono qua e la, abbandonati a qualunque ora anche in grandi sacchi dell’immondizia. Succede anche a causa del fenomeno Airbnb, con i proprietari colpevoli di non istruire i propri ospiti sulle modalità di smaltimento dei rifiuti.

Foto Flickr in CC

Ma proseguendo, nel campo del Ghetto Nuovo la situazione non migliora, anzi. Sotto gli occhi vigili della Guardia di Finanza e dell’Esercito Italiano, succede un po’ di tutto, sotto gli occhi inermi della comunità ebraica veneziana che subisce in qualche modo il volere dei propri ospiti stranieri, quasi tutti americani che del rispetto della zona non si sono sinceramente mai preoccupati. I rifiuti e i cartoni della pizzeria in Calle del Ghetto Vecchio arrivano fino ai piedi del monumento agli ebrei caduti e deportati nei campi di concentramento durante l’occupazione nazista. Quale rispetto per i martiri da parte degli ospiti stranieri? Zero, perché abbandonare i rifiuti sotto questo monumento, vuol dire calpestare la propria identità, la propria memoria e fregarsene, salvo poi essere ultra-ortodossi e seguire alla lettera i dettami religiosi.

In Campo del Ghetto Nuovo si può accendere tranquillamente un falò la sera, si possono mettere tavole ovunque e mangiare dove si vuole, sicuramente senza chiedere nessun permesso. Qualche mese fa dei residenti in Campo San Giacomo, dopo aver provato a fare una festa per i bambini con qualche tavola in campo, sono stati multati dai vigili urbani per occupazione di suolo pubblico e con relativa sanzione da 50 euro. In Campo del Ghetto i vigili, anche sollecitati dai cittadini ad intervenire, non si sono mai visti, anzi le tavolate sono sempre più ampie e si allungano nel sotoportego di fronte al celebre “Banco Rosso”.

Il Ghetto, come tutta la città di Venezia, è patrimonio dell’Unesco e patrimonio di tutti i veneziani che ancora oggi vivono lottando per rimanere in città. Perché è così difficile invitare gli ospiti a rispettare questa magica zona di Venezia? Perché chi essendo di religione ebraica dovrebbe avere ancora più rispetto del Ghetto, e invece decide di infischiarsene? Sono domande che probabilmente rimarranno inascoltate e sommerse dai cartoni di pizza abbandonati qua e la tra le aiuole del Campo del Ghetto Nuovo.

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